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Compianto del tempo2020-02-21T14:12:21+01:00

Project Description

Compianto del tempo

Ferro e sacchi di juta, 2011
Museo Civico Medievale
Cortile di Palazzo Ghisilardi Fava, Bologna
In occasione della mostra KINKU, 29 aprile-4 settembre 2011
(e poi fino all’11 dicembre 2011)

Continuando un percorso che nel 2010 aveva già legato l’archeologia alla land art sul campo in Turchia per comunicare in forme nuove i legami tra il sito archeologico e il suo ambiente, anche in occasione della mostra al Museo Civico Medievale si è voluto offrire un contributo attraverso un linguaggio visivo contemporaneo ed evocativo.
L’installazione comprende sei sagome in ferro ispirate ad alcuni motivi dei sigilli in mostra, datati tra 2400 e 1700 a.C. Il gruppo ricorda la tradizione dei Compianti scolpiti rinascimentali, di cui Bologna ospita alcuni tra gli esempi più alti nelle vicinanze del Museo: la figura centrale, femminile e con molte gambe o radici che la ancorano alla terra, ha il braccio destro alzato in corrispondenza di un astro con un ragno immobile e di un personaggio maschile che plana dolcemente o che si sta tuffando con grazia. Il braccio sinistro della donna punta invece verso il basso, su quel lato una figura umana stilizzata precipita e un’altra compie un gesto di disperazione. A terra lo scorpione, simbolo ctonio per eccellenza, rivolge la coda velenosa verso il lato dell’abisso, mentre le chele si aprono ad accogliere la parte celeste.
Questa dicotomia compositiva è riflessa nel movimento discendente da destra verso sinistra del gruppo, lasciato del colore naturale del ferro per suggerire la consistenza diafana di questi fantasmi traghettati dalle nebbie del tempo: il trattamento applicato non impedirà un lento arrugginirsi sottostante, che ricorderà l’azione distruttiva del tempo, la variabile cardine della ricerca archeologica, oltre che metafora della nostra vita.
Infine, un ultimo elemento di congiunzione tra arte e archeologia: i contrappesi sulle basi sono stati realizzati con gli stessi sacchi di juta che gli archeologi hanno usato nei loro parchi archeologici per bloccare l’erosione delle pareti di terra degli scavi.

Collocazione definitiva dell’opera

 

L’installazione è stata acquisita dal Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna che dal 20 gennaio 2012 ne ha curato l’allestimento pubblico permanente nel cortile del barocco Palazzo Marescotti Brazzetti